ISTITUTO ENEIDE

Il Simbolo

L’Eneide è la storia di un ritorno, ma al contempo è anche quella di una proiezione verso il futuro.

L’Eneide è la storia di un ritorno, ma al contempo è anche quella di una proiezione verso il futuro.
Enea torna nella terra di origine del suo popolo, ma questa è anche la culla di una nuova civiltà che dovrà sorgere dalla sua progenie.

Il suo viaggio è un ritorno all’Origine, ma questa Origine è proiettata in avanti. Egli porta i penati, i suoi antenati, ma la patria che cerca sarà la terra dei suoi figli.

Vi è un elemento che nel suo immoto dinamismo riesce a coniugare il culto degli antenati con la promessa per i propri figli: il Fuoco Sacro.


Esso è il centro che mantiene unita la comunità e il popolo in un continuum che travalica il tempo. È il Nesso di Civiltà che congiunge Terra e Cielo, la scintilla di eternità che feconda lo spazio umano e in cui si ritrovano e convivono le generazioni passate e quelle future. Una memoria e una promessa che si celebrano e attuano qui ed ora.
Questa è l’idea da cui nasce il simbolo dell’Istituto Eneide per la Lunga Memoria Europea.
In esso campeggia un Tempio, l’elemento che più di tutti indica la presenza del Sacro, uno spazio ordinato in cui il Divino può manifestarsi. Al centro arde un braciere da cui scaturisce una fiamma.
La fiamma si divide in due in modo da dare l’immagine grafica della folgore: è un Fuoco acceso dagli uomini per far salire le offerte al Cielo, o è un Fuoco divino che scende per manifestare il divino sulla terra? Forse entrambi. La fiamma di sinistra sembra formare una “E” arcaica, la E di Enea, la E di Europa. Essa irrompe nel frontone del tetto, di forma triangolare. Il triangolo del tetto coincide con il simbolo alchemico del fuoco. La fiamma che vi irrompe ha la sua stessa natura e ad esso ritorna.

Il simbolo è coronato da fronde di quercia e alloro.


La quercia è albero sacro in tutta Europa e presso tutti i popoli indoeuropei: sacra a Zeus in Grecia, a Thor tra i Norreni, a Donar tra i Germani, a Giove a Roma, a Perun tra gli Slavi, a Perkunas tra i Baltici, presso i Celti era l’albero druidico al centro di ogni azione magico-sacrale. Essa era simbolo di forza, rettitudine e nobiltà ma anche di divinazione. Le sue salde radici, la robustezza del suo tronco e il dono di preveggenza che offrono le sue foglie sintetizzano la compenetrazione delle tre dimensioni temporali dell’azione eroica e del mito.
L’alloro è la gloria divina concessa a eroi e sapienti, a coloro che mantenendosi saldi sono in grado di portare a termine la propria missione. Antesignana della corona e dell’aureola, pianta solare per eccellenza, trasfigurazione apollinea che già preannuncia la Vittoria.

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Il nostro Manifesto

Sin dall’alba dei tempi, l’Italia è stata identificata con l’Esperia, la terra dove il sole va a nascondersi e a rigenerarsi in attesa di risorgere. In quanto militanti e patrioti europei di origine italiana, è nostra ferma volontà contribuire alla rinascita dell’Europa sotto gli auspici dello stesso sole, oltre la fine della notte occidentale.

L’idea europea è l’unica grande idea rivoluzionaria del terzo millennio: noi, da italiani, le portiamo in dote i millenni di cultura, di bellezza, di originalità, di inventiva, di sperimentazione di cui siamo eredi.

L’Istituto Eneide intende essere il vettore di questa rivoluzione, attraverso un’opera di formazione, informazione, diffusione di idee, mobilitazione militante, collaborando con qualsiasi realtà sia mossa dalle stesse finalità, al di là di contingenze politiche, sigle di appartenenza, ideologia di provenienza.

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